COVID in Francia: fallimento dello Stato?

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La situazione COVID in Francia è apparentemente preoccupante: più di 16.000 nuovi casi nelle ultime 24 ore (si parla delle 24 ore tra il 23 ed il 24 settembre). Cosa sta facendo lo Stato?

COVID in Francia: situazione preoccupante

Il ministro francese della salute, Olivier Véran, ha causato un’onda di proteste quando, il 23 settembre 2020, ha “minacciato” il lockdown dei ristoranti e bar della regione Aix-Marsiglia.

C’è stato anche uno scambio di tweet tra Véran ed il Presidente della regione PACA (Provence-Alpes-Côte d’Azur) Renaud Muselier il quale accusa il ministro di non aver indetto una concertazione sulle decisioni da prendere.

Véran ha risposto che “concertazione non vuol dire essere tutti d’accordo“, ma c’è da dire che non ha fatto nemmeno lo sforzo di prendere in considerazione i problemi dei lavoratori.

E, per l’appunto, i lavoratori “chiamati in causa” si sono posti la questione: cosa sta facendo lo Stato francese?

A quanto pare non abbastanza.

Sembra evidente che, nonostante il fatto che la quasi totalità dei cittadini segua le direttive del governo, la situazione non stia migliorando, anzi sta peggiorando.

Il numero dei test effettuati è alto: superano i 170.000 al giorno, con un tasso di positività che varia tra i 10.000 e i 16.000 casi.

Restano comunque dati relativamente bassi anche perché i decessi si attestano a non più di 50/60 al giorno.

Cosa ne pensano i francesi?

Molti francesi, ma soprattutto quelli che sarebbero più toccati da queste nuove direttive, pensano chiaramente che l’atto di forza di Véran sia una sorta di espediente per nascondere le “défaillances” dello Stato: lo Stato non è capace di gestire l’epidemia di Coronavirus, quindi agisce in modo coatto.

Il numero di test: come detto sopra, il numero di test è alto e la positività aumenta.

Quello che non è chiaro, perché i quotidiani non sembrano volerlo sottolineare, è il grado di gravità di questi contagi.

Quanti asintomatici? Quanti gravi?

Facendo una rapida ricerca sul sito della Salute Pubblica francese emerge che la maggior parte dei casi positivi si verificano nella fascia di età tra i 50 e gli 80 anni.

I positivi sono decisamente eterogenei in tutto lo stato e anche i decessi sono sparsi e non concentrati in poche zone.

N.d.A.

Io vivo nel Grand Est, la regione che comprende, tra i molti altri, i dipartimenti di Meurthe e Mosella, Mosella, Alto e Basso Reno, Vosgi e Champagne-Ardennes.

L’unico dipartimento in zona rossa è il primo (dove peraltro lavoro) e posso garantire che il rispetto dei gesti barriera è alto.

Non mi capacito di come i casi aumentino in questo modo se non per il fatto che i tamponi a tappeto siano fatti male.

Temo molti falsi positivi ed il timore si fa più grande sapendo che stando a questi dati si rischia un collasso socio-economico da cui sarà difficile tirarsi su.

Conclusioni

Sono totalmente solidale con gli amici francesi che ritengono lo Stato incapace di gestire questa emergenza se non compiendo atti di forza bruta.

Insomma, speriamo bene…

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