Cosa non va con i Social Network (Prima Parte)

social network

Autore: Esservion

L’avvento dei social network e la loro diffusione hanno segnato una rivoluzione nella comunicazione a tutti i livelli: da quella interpersonale a quella istituzionale, passando per quella mediata dai mezzi di comunicazione di massa che si sono dovuti adattare a questo nuovo paradigma comunicativo.

Cosa c’era prima dei social network

Tale cambiamento ha segnato quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana, portando quasi a una mutazione antropologica dell’individuo contemporaneo, ma in questo frangente vorrei concentrarmi sugli aspetti legati strettamente all’informazione.

Prima di questa nuova fase, iniziata circa dieci anni fa, la maggior parte delle persone traeva le sue informazioni essenzialmente dai mass media: principalmente dalla televisione e in misura minore da stampa e radio.

In realtà già prima dell’avvento dei social network nella prima decade del 21° secolo stava progressivamente aumentando il numero di persone che al di là dei media main stream, cercava informazioni su Internet.

Il sociologo Marshall McLuhan coniò la celebre frase “il mezzo è il messaggio” (insieme all’espressione “villaggio globale”). Questo significa in parole povere che la natura del mezzo va a influenzare in maniera decisiva la qualità del messaggio che si vorrà trasmettere.

È dunque importante per comprendere la qualità dell’informazione, comprendere la natura del mezzo. Descriviamo dunque brevemente la natura dei media preesistenti all’avvento dei social.

I diversi mezzi di comunicazione

  • Televisione: comunicazione asimmetrica, tendenzialmente superficiale e altamente manipolabile, grazie all’ausilio di elementi di audio/video che facilitano l’emergere della parte irrazionale della nostra psiche.

È il tipo di comunicazione più facilmente assorbibile da un destinatario che ha sviluppato poco le sue capacità cognitive.

Il programma di approfondimento televisivo dà solo l’illusione di superare la superficialità del notiziario, mentre invece fa largo uso di tecniche inerenti il mondo dello spettacolo che poco hanno a che fare con un ascolto razionale da parte dell’uditorio.

Tale superficialità diminuisce solo nei casi di reportage approfonditi su un tema specifico.

  • Radio: non avendo l’ausilio del video può in teoria fare più presa sulla parte razionale dell’interlocutore, ma dipende molto dalla qualità del messaggio.

Per motivi commerciali solo una minima parte delle frequenze radio è impiegata per approfondimento giornalistico, al contrario del mezzo televisivo che, soprattutto nel recente passato, ha raggiunto un pubblico decisamente più ampio.

  • Stampa: rispetto ai precedenti è il mezzo che per sua natura punta maggiormente sulla parte razionale del suo pubblico, in quanto richiede da parte sua una fruizione attiva.

Come per la radio il mezzo è influenzato dalla qualità del messaggio ed anche dalla quantità di fruitori, che inesorabilmente diminuiscono di anno in anno.

Pertanto anche in questo caso gli aspetti commerciali influiscono non poco sulla produzione finale. Se la qualità del mezzo è bassa lo sarà tendenzialmente anche quella del messaggio.

  • Internet ante-social: nella sua prima versione Internet aveva caratteristiche molto simili a quelle della stampa.

Si trattava di una comunicazione unidirezionale che richiedeva da parte del lettore un impegno di comprensione, e soprattutto un desiderio di approfondire certe tematiche non reperibili altrove.

In questo senso grazie a costi relativamente bassi si è iniziata a diffondere quella controinformazione che precedentemente era circoscritta ad associazioni culturali o politiche extraparlamentari.

La successiva fase di Internet

Nella successiva fase intermedia è iniziata una certa interazione fra autori e lettori attraverso forme quali forum e blog. Si stava sviluppando un dibattito che in quel momento coinvolgeva poche persone relativamente impegnate.

È in questo humus ad esempio che è cresciuta l’influenza del blog di Beppe Grillo.

La diffusione di piattaforme quali Facebook e Twitter ha segnato il passaggio, decisamente più radicale, alla terza fase di Internet, in cui ci troviamo tutt’ora.

Vai alla seconda parte.

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